Al palo da dieci anni, invece, quella per i medici di famiglia
Accelera ancora la crescita della spesa sanitaria “out of pocket”, quella che i cittadini che possono permetterselo pagano di tasca propria: secondo la Ragioneria Generale dello Stato nel 2023 è infatti aumentata di ben il 7%, arrivando a 43 miliardi di Euro. Nel frattempo la spesa pubblica per i medici di famiglia è cresciuta dello 0,2% l’anno negli ultimi dieci anni di fila, non arrivando nemmeno a pareggiare i danni dell’inflazione e rendendo ancora meno attrattiva una professione che è già in crisi conclamata.
I dati esposti dalla Ragioneria sono molti, e il primo da citare è che lo scorso anno la spesa sanitaria pubblica è cresciuta del 2%, arrivando a 132,9 miliardi di Euro: quella “out of pocket” dei cittadini è invece arrivata a 43 miliardi (di cui quasi la metà per visite specialistiche e ambulatoriali) diventando nei fatti un quarto della spesa complessiva per la sanità in Italia. Andando poi a esaminare le voci che compongono la spesa complessiva salta all’occhio la crescita della spesa farmaceutica diretta (+13,9%), mentre la farmaceutica convenzionata è fondamentalmente stabile e crescono purtroppo i disavanzi delle regioni, arrivando (ante coperture) a 1,85 miliardi di Euro. I dati della Ragioneria testimoniano quindi ancora una volta un dato di fatto, e cioè che l’Italia va verso un progressivo e sempre più veloce invecchiamento della popolazione – una popolazione che statisticamente avrà sempre più bisogno di assistenza sanitaria sul territorio, di farmaci e di esami, e quindi di più spesa sanitaria.
Per aiutare la popolazione di domani e ottimizzare le risorse a disposizione i medici di famiglia sarebbero un presidio sanitario utilissimo, vista la loro prossimità e la loro diffusione sui territori: peccato che negli ultimi dieci anni siano stati il vero e proprio fanalino di coda della spesa sanitaria pubblica. Dal 2014 al 2023 la spesa per i medici di medicina generale è infatti aumentata in media di un misero 0,2% l’anno, e quindi considerando l’inflazione è diminuita, contribuendo a rendere questa professione ancora meno appetibile per i neolaureati in Medicina.
I dati della Ragioneria Generale ribadiscono ancora una volta una verità ineludibile, e cioè che un sistema sanitario universalistico come quello italiano ha un costo rilevante. Se lo si vuole mantenere pubblico e gratuito è quindi il caso di sapere che non solo bisogna destinarvi più risorse di quante non sia stato fatto finora, ma che nel futuro lo si dovrà fare sempre più spesso. Tutelare la salute di una popolazione progressivamente sempre più anziana ha un costo, e questo costo sarà ancora maggiore se i medici di famiglia saranno ulteriormente lasciati soli dalle istituzioni.
(Photo credits: JWPhotography2012/CC-BY 2.0)