Siena, i cittadini chiedono più medicina territoriale

A dirlo un sondaggio del Comune di Siena: il 90% del campione chiede più investimenti

Quasi 2.300 cittadini hanno partecipato a un sondaggio promosso dal Comune di Siena sui servizi sanitari locali. I risultati sono stati pubblicati questa settimana e mostrano ancora una volta come i cittadini tengano molto ai medici di famiglia e alla sanità territoriale, dato che chiedono più fondi e maggiore attenzione proprio su questo tema.

La partecipazione è stata notevole e trasversale: il 59,8% del campione è donna, il 53,3% ha tra i 51 e i 70 anni e il 48,7% è laureato. Dal punto di vista lavorativo invece il 26,5% opera nel privato, il 24,6% è dipendente pubblico e l’11,9% lavora in sanità. Praticamente tutti i rispondenti ritengono necessari più investimenti pubblici in sanità (quasi il 90%), e più della metà (il 53,2%) chiede di potenziare la medicina territoriale. Il 58,8% chiede che questi fondi aggiuntivi arrivino dallo Stato centrale, e una percentuale simile chiede che arrivino invece dalla Regione Toscana. Altrettanto interessante, però, è il fatto che solo il 5% è “del tutto soddisfatto” della gestione delle risorse attuali, mentre il 49,2% pensa che siano spese male. È stato inoltre affrontato un aspetto molto importante, l’integrazione tra ospedale e territorio (quindi tra strutture sanitarie e professionisti della medicina territoriale): secondo il 40,9% del campione non funzionerebbe “affatto bene”, per il 50,6% “abbastanza bene”e solo per un senese su dieci funzionerebbe “del tutto” o “molto bene”.

I risultati del sondaggio ci dicono innanzitutto che i cittadini tengono molto alla sanità territoriale, al medico di famiglia e al rapporto fiduciario che si crea con questo professionista, ma sanno quanto ci sia bisogno di potenziare questo aspetto del Servizio Sanitario Nazionale. Per farlo la strada è una e una sola, ovvero più fondi: più fondi per rendere la medicina generale una professione attrattiva per i neolaureati, più fondi per stimolare la copertura delle aree scoperte e disagiate e più fondi per dar modo ai professionisti di dotarsi di strumenti e personale che possano aiutarli a smaltire un carico burocratico ormai insopportabile. Anche l’integrazione ospedale-territorio, quel processo tramite il quale un cittadino può essere seguito il più possibile in continuità dal proprio medico così come da una struttura sanitaria, ne gioverebbe, perché più fondi faciliterebbero la gestione della fase cronica e della fase acuta di molte patologie: che risposta daranno però le istituzioni alle istanze e alle richieste dei cittadini?

(Photo credits: Lukas/Pexels)

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