I medici alle istituzioni: “fateci lavorare in sicurezza”
Durante l’estate le aggressioni a medici e personale sanitario sono cresciute su tutta la penisola. Il problema è ormai endemico e troppo spesso è sfociato nella cronaca nera, al punto che il Presidente della Federazione dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Filippo Anelli ha dovuto persino rivolgersi alla Presidente del Consiglio Meloni con una lettera che suona come un’allarme generale.
Come abbiamo più volte riportato nei nostri articoli la sanità italiana è piagata non solo da un grave sottofinanziamento ma anche da condizioni di lavoro spesso insostenibili per medici e personale sanitario: è per questo, oltre che per stipendi tra i più bassi d’Europa, che molte specializzazioni sono deserte e molti neolaureati scelgono di andare in altri Paesi. In questo quadro già allarmante le aggressioni, ha scritto Anelli alla Presidente Meloni, creano “condizioni di esasperazione che sono esplicitate da continue dimissioni, soprattutto di professionisti operanti in specifici ambiti quali emergenza e pronto soccorso”. Questi episodi “si verificano nelle strutture sanitarie, nei pronto soccorso, nelle strutture di continuità assistenziale e anche presso le abitazioni di pazienti”, e raccontano “un clima di odio, di insoddisfazione, di aspettative deluse incompatibili con una attività sanitaria realmente efficace che già sconta condizioni di esercizio professionale”. I medici e i sanitari italiani, quindi, sono solo il ‘parafulmine’ di una condizione della quale non sono responsabili, e spesso vengono aggrediti perché visti come rappresentanti di una politica sanitaria insufficiente. La situazione è grave, e per cercare di risolverla secondo Anelli è necessario usare anche i fondi del Pnrr per introdurre all’ingresso delle strutture sanitarie gli stessi sistemi di controllo che si trovano negli aeroporti e nelle sedi istituzionali e rafforzare la certezza della pena, in modo da aumentare la deterrenza.
La Toscana non è purtroppo un’isola felice da questo punto di vista: anche nella nostra regione i medici hanno dovuto rivolgere un’appello alle istituzioni dopo l’aggressione di Montedomini dello scorso mese, e pochi giorni fa una rappresentanza dell’Ordine è stata ricevuta dal Prefetto di Firenze. Anche in questo caso si sono chieste più forze dell’ordine negli ospedali, e protocolli d’intesa tra Asl e forze dell’ordine. Per un sistema sanitario già in forte affanno sarà infatti vitale poter garantire a medici e sanitari quantomeno la sicurezza fisica e mentale di poter fare il loro lavoro senza subire violenze e aggressioni, o la situazione peggiorerà molto più velocemente e forse senza ritorno.
(Photo credits: saniusman89/Pixabay)