PAXLOVID: SE NE PRESCRIVE POCO IN ITALIA?

OLTRE LA RECENTE POLEMICA, PARLIAMO DEI LIMITI E DELLE SPECIFICITÀ DELL’ANTIVIRALE CONTRO IL SARS-COV-2

Recentemente ha fatto molto scalpore la notizia, diffusa prevalentemente sui social media, secondo la quale i medici di famiglia prescriverebbero pochi trattamenti con Paxlovid, l’antivirale che dallo scorso aprile è stato approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco per il trattamento precoce di chi è positivo al Covid-19 ed ha un alto rischio di sviluppare forme gravi della malattia. Poiché si tratta di una notizia non corredata di dati di appoggio, desideriamo informare meglio su come stanno esattamente i termini della questione.
Innanzitutto che cos’è il Paxlovid? Si tratta della somma di due antivirali che insieme impediscono al virus di costruire le proteine che gli servono per proliferare, provocandone la morte. Perché funzioni però è essenziale che venga preso entro e non oltre cinque giorni dalla positività, e qui sorge il primo problema: spesso, e particolarmente per persone vaccinate, non è raro che i primi sintomi siano quasi impercettibili o confusi con disturbi minori da raffreddamento, e che quindi il tampone positivo arrivi quando i cinque giorni sono già passati.
Il secondo problema è che il farmaco ha controindicazioni, ed è ad esempio da escludere per persone con problemi renali o che assumono statine o anticoagulanti (entrambi casi non rari per pazienti in là con gli anni). Terzo elemento: un trattamento con Paxlovid costa circa 2.000 Euro, e quindi in alcuni casi – ad esempio per i vaccinati con tre o più dosi e senza particolari problemi di salute – si possono usare le stesse risorse, in un’ottica di efficienza sanitaria, per altri trattamenti o esami clinici.
Per quanto riguarda il nostro territorio, infine, un’immagine può valere più di mille parole. Quella che segue è la rappresentazione grafica delle prescrizioni di Paxlovid in Toscana dall’autorizzazione AIFA alla seconda metà di agosto: come è possibile vedere i medici della nostra ASL non si sono certo fatti problemi a prescrivere Paxlovid quando lo hanno reputato opportuno – e anzi il picco di queste prescrizioni è stato maggiore rispetto alle altre ASL. Infine, lo stesso presidente di AIFA in una recente intervista ha sottolineato che i medici italiani sono tra i maggiori prescrittori di Paxlovid in Europa.

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